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Macrobio (V sec. d.C.) è stato uno dei maggiori neoplatonici pagani di lingua latina, insieme a Calcidio e a Marziano Capella. Il Commento al Sogno di Scipione, oltre ai Saturnalia, è la sua opera più famosa e quella che ha avuto maggiori influssi nell'Occidente. Il brano che narra il sogno del condottiero romano è tratto dal VI e ultimo libro della Repubblica di Cicerone e il commento presenta, in forma di annotazioni al testo ciceroniano, le più importanti dottrine della religione filosofica tardo-antica: l'esistenza del mondo intelligibile, l'immortalità dell'anima e i suoi destini ultraterreni, nonché i paradigmi della vita buona per l'uomo di quaggiù, insieme ad ampie digressioni sull'interpretazione dei tipi di sogni e sulle loro rispettive capacità profetiche, la scienza dei numeri pitagorici, la cosmologia, la geografia, i cicli del tempo, l'armonia delle sfere. In tal modo Macrobio costruisce il più soddisfacente e più letto compendio enciclopedico latino sul neoplatonismo. Il testo, criticamente annotato, è preceduto da un ampio saggio introduttivo di Ilaria Ramelli. Accompagna l'opera un'esauriente bibliografia e un indice analitico e la completa una ricca serie di appendici. Lo stesso testo di Macrobio è impreziosito da illustrazioni per la maggior parte tratte da manoscritti e incunaboli che ne attestano la fortuna nelle varie epoche.